Sono stati pubblicati sul sito di “Bergamo capitale europea delle Cultura 2019” i primi dati relativi ai costi della stessa candidatura e qualche commento è, ahimè, inevitabile.

Il primo è che a forza di porre fiato sul collo in merito alla trasparenza sull’utilizzo dei soldi pubblici, finalmente otteniamo qualche risultato, ovvero proprio la pubblicazione dei dati (anche se soltanto quelli fino a settembre), che ci permettono di capire il perché ci siamo candidati: per distribuire soldi qua e là.

È ormai noto che le candidature di città, regioni, nazioni a qualsivoglia manifestazione internazionale sono spesso legate esclusivamente al giro di soldi che vi sta dietro, senza una progettualità che sia basata sull’analisi di costi e benefici e che pensi a come rendere attrattivo un determinato territorio. Anche la candidatura bergamasca (fallita)lo dimostra.

Facendo leva sul’orgoglio e sul senso di appartenenza che molti cittadini provano per il territorio in cui vivono, la candidatura ha permesso all’Amministrazione Comunale di spendere soldi “giustificati” subito, e chissenefrega di puntare alla vittoria, tanto chi sa chi ci sarà ad amministrare quando essa genererà ricchezza economica e culturale da spendere. Molto meglio distribuire prebende subito.

Se poi si riuscisse a vincere, ecco che il business diventerebbe la cementificazione, chissenefrega di attrarre turisti ed aziende straniere. Come ben dimostrato da Expo 2015, i miliardi per inutili autostrade non mancano mai, mentre i lavori per l’organizzazione sono in grave ritardo, la stima di visitatori è dimezzata rispetto alla fase progettuale e i Paesi aderenti non sono tutti quelli che ci si aspettava.

Tornando a Bergamo Capitale della Cultura (quella di distribuire soldi), vedere 30.000 € di soldi pubblici spesi per un sito internet costruito su un template WordPress è davvero vergognoso, così come numerose altre spese che lascio giudicare a voi leggendo qui.

Ancora una volta la richiesta di trasparenza ha portato a galla una triste verità, ovvero che la nostra Amministrazione ha ancora margine per sperperare soldi pubblici. Tanto poi li vedremo versare lacrime attribuendo ogni responsabilità al Patto di Stabilità.

Condividi questa pagina
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •