Qualche mese fa in un post su questo blog contestavo il bando istituito dalla Giunta che forzava i confidi lombardi ad unirsi sotto la regia di quelli più grandi, fregandosene del fatto che fossero proprio i confidi più grandi ad aver ricevuto maggiori finanziamenti pubblici negli anni a fronte di performance peggiori in termini di erogazione di prestiti alle imprese. Questo a discapito dei piccoli confidi, che meglio conoscono il territorio e le imprese che lo compongono e che per concedere una garanzia vanno oltre i parametri esclusivamente economici basandosi anche sulla conoscenza diretta dell’impresa o dell’imprenditore e garantendo quindi maggiori erogazioni in rapporto al loro patrimonio.

Oggi, a un giorno dalla chiusura del bando, alla porcata iniziale se ne aggiunge una seconda: siccome i piccoli confidi non hanno ceduto al ricatto e si sono aggregati per raggiungere il punteggio richiesto dal bando, ecco che la Giunta sospende il bando e lo riapre con regole nuove. Insomma, fallito il primo tentativo, si cambiano le regole in corsa per tornare a favorire i grandi confidi amici. Nello specifico, il nuovo bando inserisce un’ulteriore premialità per le fusioni, nella consapevolezza che a volersi fondere in un unico grande confidi sono soltanto i più grandi.

Al riguardo ho depositato oggi una mozione che impegni la Giunta ad attivare in Commissione IV un tavolo di lavoro che coinvolga tutti i soggetti interessati e dove la Giunta stessa llustri le ragioni che l’hanno portata a tale iniziativa. Ho richiesto inoltre di trovare soluzioni extragiudiziali ai procedimenti giudiziari in corso, per non ritardare ulteriormente l’erogazione del credito alle imprese lombarde.

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