MOZIONE URGENTE PER COMMISSARIARE L’ENTE DI BONIFICA

MOZIONE URGENTE PER COMMISSARIARE IL CONSORZIO DI BONIFICA

C’è un ente di diritto pubblico che non bada a spese di rappresentanza. È il Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca.

L’inaugurazione della roggia Martinenga, il 2 ottobre, è costata più di 30 mila euro.

  •   4.170 euro per la realizzazione e stampa brochure e inviti
  •   4.350 euro per la predisposizione grafica di inviti, brochure e totem
  •   2.160 euro per il food
  •   2.720 euro per i minibus per i gentili ospiti
  •   4.280 euro per la produzione e la regia
  •   4.300 euro per il noleggio materiale vide
  •   2.600 euro per il servizio fotografico, le riprese video e l’assistenza all’ufficio stampa
  •   3.200 euro per il press tour
  •   4.850 euro per l’allestimento del palco
  • 32.630 euro in Totale

Chi è stato presente racconta che non aveva senso allestire un palco da concerto per parlare “davanti ad una cinquantina di persone che mangiucchiava distrattamente dal ricco buffet con trionfo di salumi e un prelibato risottino prezzemolo e formaggi.

Ma non è finita qui. Il vernissage della Cascina San Giuliano a Medolago, il 23 settembre, è costato ai contribuenti la bellezza di oltre 51 mila euro.

  •    20.000 euro per l’attività dell’ufficio stampa locale e nazionale
  •    3060 euro per il food
  •    4.850 euro per la realizzazione di chiavette Usb
  •    4.700 euro per la realizzazione montaggio e video dell’evento
  •    4.900 euro per un altro video
  •    4400 euro per un altro video ancora
  •    9600 euro per l’organizzazione e la gestione dell’evento
  • 51.510 euro in Totale

Mica è finita: la somma delle spese per il volume scritto a ricordo dell’epica giornata, oltre a ricostruire la storia dell’immobile recuperato anche grazie a contributi governativi, ammonta, ristampe comprese, a quasi 100 mila euro.

  • 3.500 euro per l’incarico
  • 14 mila euro per supporto per la redazione della pubblicazione
  • 18.100 per sviluppo e realizzazione progetto grafico
  • 31.200 euro per stampa volume
  • 32.600 per ristampa volume.
  • Totale: 99.400 euro.

Per il Presidente del Consorzio, Franco Gatti “le spese di rappresentanza sono commisurate al bilancio dell’ente, che viaggia sui 25 milioni di euro”.

Forse non ricorda che quei soldi, dei contribuenti, dovrebbero servire principalmente per le manutenzioni di oltre 2 mila chilometri di reticoli irrigui e di bonifica, per evitare allagamenti, oltre ad irrigare le coltivazioni. Invece di abbassare le tariffe si preferiscono gli incarichi consulenziali con affidamenti diretti senza raccogliere nemmeno tre preventivi, come è ormai prassi per spese consistenti, anche se sotto il tetto dei 40 mila euro: è un posto fantastico.

Il Presidente del Consorzio si è giustificato dicendo che “andava data la massima visibilità”.

Ma a chi giova questa visibilità?

Il Consorzio non è un ente turistico. Si regge sulla quota consortile che gli utenti sono costretti a pagare. Che il servizio televisivo finisca sul Tg1 o su una televisione locale, non cambia nulla per il Consorzio e se una notizia è importante, non ha bisogno di essere spinta da un ufficio di comunicazione stellare, si impone da sola. (tra l’altro un ufficio stampa da 20 mila euro a evento introvabile sul web).

Dunque perché spendere così tanti soldi per dare visibilità alle azioni del Consorzio?

Ho seguito le vicende del Consorzio da quando mi sono trasferito a Bergamo una decina d’anni fa e mi sono imbattuto, mio malgrado, nell’annuale quota consortile da pagare. Mi sono informato e ho scoperto un mondo. Non si può spendere più di 25 mila euro per quattro video. Un conto è costruire una situazione, dover pagare attori, allestimenti, trasferte. Ma questi sono video semplicissimi, fatti con un drone. Quando li compriamo esternamente, li paghiamo 500, 600 euro, e sono di qualità. Questo per dire che anche le spese di rappresentanza devono avere un valore commerciale. 20.000 euro è il costo annuale di un addetto stampa part time, non dell’attività per una sola inaugurazione.

Il Consorzio di Bonifica non è un ente commerciale che fa un investimento nella comunicazione per avere un ritorno. Qui non rientra nemmeno un euro in più e si spendono soldi pubblici. Sono colpito dalla frammentazione delle spese: Video e montaggio, due aziende differenti; stampa inviti e brochure a un’azienda, progettazione grafica a un’altra, e via elencando. Ma non sarebbe più comodo e funzionale stabilire un budget (non certo così alto) e chiedere 3 preventivi ad aziende che si occupano del pacchetto completo?

Il Consorzio non ha un ufficio acquisti che possa far questo? Si risparmierebbero soldi e tempo. Invece no, si contattano tutti uno per uno. Mai vista una cosa del genere. Una vicenda ridicola per come viene gestita a livello organizzativo. E poi chi fa più inviti cartacei? Ormai è tutto via mail… Questa storia è assurda da qualunque punto di vista la si guardi.

Quando vado in giro per la provincia incontro agricoltori che economicamente sono in difficoltà, si lamentano e pagano un sacco di soldi al Consorzio di Bonifica. Piuttosto, perché non risparmiare per abbassare le quote? Sorprende che la politica di questa cosa non si interessi. Farebbe bene a svegliarsi.

È evidente che certi enti siano diventati strumenti per garantire posto fisso e introiti garantiti a chi rientra nel cerchio magico di una certa parte politica. Questa è una forma di reddito garantito ed erogato per coltivare bacini elettorali fedeli. E poi c’è chi si permette di definire vergognosamente il Reddito di Cittadinanza come Metadone di Stato…

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