Il teatro dell’assurdo della politica italiana aggiunge un’altra vergognosa pagina alla sua lunga storia.

Il Presidente della Repubblica dovrebbe per definizione essere l’arbitro delle istituzioni, dovrebbe garantire saggezza ed imparzialità. Sia chiaro, io da Napolitano non mi sono mai aspettato nulla di imparziale, ma penso che oggi abbia davvero sorpassato ogni limite.

A capo di una struttura che costa agli italiani ben 220 milioni di euro all’anno, senza aver tagliato di un euro né il suo compenso, né il costo del suo palazzo, si permette di definire il Movimento 5 Stelle un gruppo politico lontano dagli interessi della gente. Solo a titolo esemplificativo, il M5S in soli sei mesi ha restituito 42 milioni rinunciando ai rimborsi elettorali e a circa il 70% dello stipendio dei propri deputati, senatori e consiglieri regionali. Vorrei anche ricordargli che il M5S ha proposto il reddito di cittadinanza come riforma del welfare a favore di quella stessa gente che in questi mesi ha subito le vessazioni del suo beneamato Partito Unico a colpi di rinvii e aumenti delle tasse.

Questo intervento di Napolitano è immediatamente successivo ad una sua missiva nella quale dimostrava di accorgersi, dopo ben 8 anni di mandato e 60 anni da politicante sulle spalle della gente, che in Italia esiste un problema carceri e che da anni veniamo sanzionati dall’Unione Europea (non pagava la gente in quel caso?). La sua proposta, con un tempismo a dir poco strabiliante, prevede l’indulto e l’amnistia, che oltre a salvare Silvio dal suo meritato destino, rimetterebbero in circolazione numerosi altri criminali. Questo per Re Giorgio è fare gli interessi della gente?

Come dire, quando è l’arbitro a tirare il calcio di rigore…

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