POVERTÀ EDUCATIVA: A BERGAMO DATI INCORAGGIANTI

POVERTÀ EDUCATIVA: A BERGAMO DATI INCORAGGIANTI

A Bergamo dati incoraggianti, ma cambiare prospettiva e ripensare a politiche sociali differenti.

Parlare di povertà educativa in Lombardia significa confrontarsi con la regione italiana dove vivono più minori, oltre 1,6 milioni di bambini e ragazzi, e nonostante sia una delle più sviluppate, i divari tra opportunità culturali, scolastiche, relazioni sociali, attività formative, rimangono elevate. Il tema, presentato ieri in Consiglio regionale, e che ho voluto fortemente portare all’attenzione delle istituzioni, è quanto mai attuale, soprattutto in una fase di pandemia come quella che stiamo attraversando.

Dai grafici dello studio realizzato da Openpolis emerge come: Bergamo sia la prima provincia italiana per raggiungibilità delle scuole, con una percentuale del 97,7% di gran lunga superiore al dato della media nazionale dell’86% e di quella lombarda dell’89,2%.

Per contro, la bergamasca arranca ancora a livello lombardo per edilizia scolastica e digitalizzazione, in quanto 1 scuola su 5 ha più di 50 anni e non possiede adeguati dispositivi digitali, atti a supportare l’evoluzione della didattica dei prossimi anni. Un numero ancora troppo basso che fa riflettere sul fatto che servano investimenti pubblici non solo sull’importanza della digitalizzazione, ma anche sul rinnovamento delle infrastrutture scolastiche.

Anche rispetto al tema della connessione i dati non sono buoni, Bergamo è la quartultima provincia con solo poco più del 20% delle famiglie che hanno accesso alla banda ultralarga. Seppur i dati di Bergamo siano incoraggianti, in una regione che fa dello sviluppo economico e dell’innovazione i suoi cavalli di battaglia, non possiamo accettare che i ragazzi non abbiano una buona accessibilità alle connessioni, importanti per la didattica educativa e per lo sviluppo economico del Paese. Senza dimenticare il mondo del terzo settore che necessita di fondi considerevoli per evitare che ci sia un aumento della dispersione scolastica.

È necessario partire da questi dati per poter cambiare prospettiva e ripensare a politiche sociali differenti, che vadano incontro alle nuove esigenze, tra cui il potenziamento della connettività per le famiglie, la digitalizzazione delle scuole, la loro raggiungibilità, la condizione dell’edilizia scolastica. Temi cruciali per affrontare questa crisi nell’immediato, ma soprattutto per creare le condizioni per una digitalizzazione inclusiva, tema decisivo dei prossimi anni per contrastare il fenomeno della povertà educativa.

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