La scorsa notte sono stato in visita ispettiva al Pronto Soccorso dell’ospedale Sacco di Milano, nella tristemente nota zona di Quarto Oggiaro, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni e aver letto alcuni articoli di giornale che parlano di escalation di violenza.

In ospedale ho parlato con diversi medici, tecnici e infermieri che lamentano aggressioni, azioni violente, minacce da parte di alcuni utenti, spesso alterati da droghe, alcolici o appartenenti a clan già noti alle forze dell’ordine. Ieri sera c’era un poliziotto in borghese che, finito il suo turno a mezzanotte, non è stato sostituito da nessun collega, lasciando così da soli gli operatori e gli utenti del Pronto Soccorso.

Per passare dal reparto al PS dove operano, gli operatori di pediatria devono attraversare un lunghissimo corridoio privo di telecamere e con molte porte che si possono aprire dall’esterno, dove c’è un parco buio e non sorvegliato da cui può accedere e da cui di fatto accede chiunque. L’incolumità fisica di medici, infermieri e pazienti è quindi messa gravemente a rischio.

Per porre rimedio alla mancata sicurezza basterebbe garantire delle guardie all’interno della struttura in modo continuativo sulle 24 ore, sistemare le porte e installare telecamere nel corridoio incriminato. A volte basta passare qualche ora con le persone che vivono dei disagi per capire cosa sono costretti ad affrontare e rendersi conto dell’urgenza e della gravità dei fatti. La Regione deve intervenire, non può e non deve chiudere gli occhi abbandonando lavoratori e utenti. Nelle prossime settimane alzeremo l’attenzione su queste situazioni e chiederemo che i lavoratori siano ascoltati per una rapida soluzione del problema ed un miglioramento del servizio.

Condividi questa pagina
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •